Con la recente pronuncia della Corte di Giustizia Europea, si apre una nuova era nella difesa dei fideiussori coinvolti in esecuzioni promosse dalle banche. La sentenza del 17 maggio 2022 ha sollevato interrogativi sulla prassi consolidata in materia di giudicato nei casi di decreto ingiuntivo non opposto entro i 40 giorni previsti.

Solitamente, in assenza di opposizione, il decreto ingiuntivo diventa definitivo, coprendo implicitamente la validità delle clausole contrattuali e escludendo ulteriori esami. Tuttavia, la Corte di Giustizia Europea ha ribaltato questa prassi, stabilendo che il giudice dell’esecuzione ha il dovere e il potere di valutare le eccezioni di abusività delle clausole contrattuali stipulate con i consumatori.

La decisione si basa sulla direttiva europea 93/13/CEE e sull’art. 47 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che impongono al giudice di verificare d’ufficio l’abusività delle clausole contrattuali. Quindi, anche in caso di mancata opposizione al decreto ingiuntivo, il giudice dell’esecuzione può esaminare la validità delle clausole e respingere eventuali abusi.

Questo principio può avere impatti significativi sulle azioni esecutive promosse dalle banche contro i fideiussori. Ad esempio, nel contesto di decreti ingiuntivi non opposti, è ora possibile contestare la nullità delle clausole vessatorie nei contratti di fideiussione omnibus, invocando la normativa Antitrust. Una difesa mirata e competente potrebbe portare alla sospensione dell’esecuzione immobiliare e, se sussistono i presupposti, alla liberazione dalla fideiussione prestata.

Questa decisione della Corte di Giustizia Europea apre la strada a nuove prospettive legali per i fideiussori coinvolti in procedimenti esecutivi bancari, consentendo loro di difendersi in modo più efficace e contestare la validità delle clausole contrattuali. Consultare un professionista del diritto specializzato è essenziale per comprendere appieno le implicazioni e adottare una strategia difensiva adeguata.