Il 17 settembre 2019, il Tribunale di Padova ha emesso la sentenza n. 1537, stabilendo la nullità di un contratto derivato in quanto mancava una correlazione significativa tra il contratto stesso e il finanziamento cui doveva servire da copertura. Questa decisione è emersa in seguito alla constatazione della finalità speculativa del contratto, dichiarandone la nullità per mancanza di causa concreta e ordinando all’istituto convenuto di restituire alla cliente flussi netti negativi per un importo di € 68.073,56.

I derivati, strumenti finanziari il cui valore dipende da variazioni nell’andamento di un’attività sottostante o da eventi futuri oggettivamente osservabili, vengono spesso utilizzati per coperture, speculazioni o arbitraggi. La sentenza evidenzia l’importanza della correlazione tra i contratti e i parametri rilevanti, in conformità con le disposizioni della CONSOB del 26 febbraio 1999 e la sentenza della Cassazione n. 19013/2017.

Nel caso in questione, la cliente aveva sottoscritto un contratto derivato Capped Floater nel 2007 per coprire un mutuo ipotecario a tasso variabile stipulato nel 2008. La discrepanza tra le date, la durata e il capitale di riferimento hanno portato il Tribunale a dichiarare la correlazione insufficiente per definire il derivato come strumento di copertura. Il giudice ha riconosciuto l’importanza di elementi come la durata dei contratti e l’identità del capitale di riferimento nella valutazione della correlazione.

Il Tribunale di Padova, seguendo le disposizioni della CONSOB e le precedenti pronunce della Cassazione, ha accettato le richieste della cliente, confermando la nullità del contratto derivato e l’inadempimento agli obblighi informativi da parte dell’istituto.

L’Avv. Renato Villani ha redatto questo articolo per illustrare il caso, mettendo in luce l’importanza della correlazione e l’applicazione coerente delle normative di settore da parte del Tribunale.